Artesacra

Lc 7,11-17

«Dio ha visitato il suo popolo». Lc 7,11-17 Le tue visite frequenti mi fanno dire “Grazie Gesù” Nella solitudine e nel silenzio Grazie Gesù Nella gioia e nel sorriso Grazie Gesù Nei momenti di tribolazione Grazie Gesù Quando la rabbia arriva a livelli pericolosi grazie Gesù Nel dolore fisico grazie Gesù Nelle angoscie Grazie Gesù Quando arrivano notizie dure Grazie Gesù Quando certe sofferenze non hanno senso Grazie Gesù Quando un fratello gioisce Grazie Gesù Quando mi sento sporco e per evitare di farmi del male Grazie Gesù Nelle mie chiusure per tenere sempre aperta la porta del cuore Grazie Gesù Poterti dire sempre grazie in qualsiasi momento E poter fare questo andando oltre è la chiave della pace Perché chi rende grazie a Te ha in se la Tua presenza

1 cor 11,17-26.33

Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri. 1 cor 11,17-26.33 Cristo che si dona in un piccolo pezzo di pane Qualsiasi mano può rapire Qualsiasi cuore può violentare Lui si consegna come si è consegnato duemila anni fa Solo un pagano l’ha riconosciuto “Non sono degno di ricevere la tua persona in casa, ma di una parola e il mio servo guarirà” L’umiltà di Gesù che si dona a tutti L’indegnità di un pagano che ha una fede solida Contasta con l’atteggiamento che noi abbiamo nel ricevere Gesù in noi Di corsa andiamo alla cena del Signore Come se fossa una pratica da sbrigare Ci appropriamo del Suo corpo Poi nella finzione della sceneggiata con una specie di bozza di sorriso Torniamo al nostro quotidiano Lui non smette di donarsi a noi “Prendete e mangiate questo è il mio corpo” In ogni messa Lui si dona Nel nostro misero corpo destinato a diventare polvere Lui si dona in tutto se stesso La nostra misera carne può contenere Dio L’amore mi fa dire non sono degno. Aiutami!! La superficialità mi fa pensare che ti posso prendere quando mi pare Signore fa in modo che il Dono che ci fai del tuo corpo Non sia calpestato della nostra stupidità

1Cor 9,16-19.22-27

Non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce, noi invece una che dura per sempre.Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; 1Cor 9,16-19.22-27 Senza una mèta non si può correre e non si può camminare Tante volte noi non ci diamo neanche la possibilità di scendere in pista Perché un passato fatto di sensi di colpa Ci fa fare un’analisi e ci fa coniugare l’imperfetto del verbo “ dovere” “dovevi essere più attento, dovevi evitare….” Un futuro che ci fa mettere delle condizioni e ci paralizza Infatti nella nostra mente una particella chiamata “se” ronza come una zanzara “ se non riesco se fallisco se….” Anche nella chiesa vediamo le stesse problematiche “ Analisi del passato che ammorba l’aria “ “Idee fatte di slogan che come meteore scompaiono nel vuoto” “Futuro fatto di progetti che condizionano la libertà” Paolo ci invita ad avere una mèta, lui corre verso il Signore È ben chiaro nel suo cuore un presente un oggi che va vissuto nella pienezza Oggi noi diciamo “dacci il pane quotidiano” Oggi Gesù ci dice “chi ha visto me ha visto il Padre” È nella pienezza dell’oggi che c’è il seme dell’eternità È bene che lasciamo perdere il tavolo dei progetti di vita e di pastorale E viviamo il nostro oggi con Lui perché Lui cammina con noi e si sffianca a noi Come viandanti distratti non ci perdiamo nei nostri “dovevo” o nei nostri “se” Perché lo lasciamo da solo e Lui ci vuole condurre nel seno del Padre Questa è la nostra mèta Ho l’impressione che qualcuno non lo sa

Mt 1,18-23

Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Mt 1,18-23 Giuseppe ha fiducia nella sua sposa, ma ha paura Chi mai può dare il nome a Dio ? Giuseppe un uomo comune si trova a vivere un’esperienza che va oltre se stesso La sua paura è leggittima nessuno è riuscito a dare il nome a Dio Neanche Mosè l’uomo che vedeva Dio faccia a faccia Giuseppe ha avuto il compito di custodire la promessa di Dio È un grande mistico, perché custodisce chi sa vedere e Giuseppe è così Una volta un monsignore dopo aver fatto una bella predica su s. Giuseppe Chiese ad un contadino cosa pensava della spiritualità di S. Giuseppe Questi gli rispose in due battute: “ Stare giorno e notte e per trent’anni insieme con Gesù e Maria è veramente bello” Il monsignore restò con la bocca aperta per la meraviglia mentre poco prima quella bocca aveva emesso suoni che sapevano di teologichese Buona festa della madonna

1 Cor 7,25-31

…quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo! 1 Cor 7,25-31 Non sono un nostalgico ma vedo come il soldo ci ha rubato l’innocenza Ricordo una piccola comunità dove la povertà regnava ma anche la solidarietà non era da meno Dopo una quindicina di anni dalla guerra il soldo faceva capolino La solidarietà ha lasciato il posto all’invidia e alla competizione Il soldo ha rotto l’armonia e un po’ tutti ci siamo distinti nella forma e non nella sostanza Infatti la fantasia che fa sognore e fa volare ha ceduto il posto all’immagine Vittime della dea immagine sul nostro corpo facciamo violenza Ecco quello che ha combinato il soldo non ci ha arricchito ci ha solo usato Grazie a Dio tutto questo passa e ne avvertiamo la fine Ora si tratta di scendere dal palco dell’immagine E radicarsi bene a terra con i piedi per dare stabilità al nostro cammino Il nostro sguardo non si deve perdere in questi orizzonti finiti Ha bisogno di volgersi al di la dei cieli e perdersi nel Suo amore Altrimenti l’asfissia del niente che regna ti fa soffocare È l’unica certezza tutto passa solo Dio rimane

1Cor 6,1-11

È già per voi una sconfitta avere liti tra voi! 1Cor 6,1-11 È questa un’espressione molto semplice, ma è terribile Chi non ha vissuto delle liti ? Chi non ha rotto le relazioni ? Chi non ha usato parole violente? Chi non presume di avere ragione ? Paolo qui taglia corto siamo tutti sconfitti nel non sapere amare Nessuno maestro può salire in cattedra e insegnare questa materia Abbiamo perso la battaglia dell’amore Dobbiamo avere l’onestà di dircelo Già sento qualcuno che dice “Io ho ragione , l’altro ha torto” Questa è proprio l’espressione della sconfitta Noi cristiani non ci possiamo permettere tutto questo Perché davanti al Suo amore cosa diciamo ? Sicuramente le due espressioni famose della Bibbia “ È la donna che mi ha dato il frutto e io ho mangiato” O l’altra “ Sono forse io il custode di mio fratello ?” Queste sono le pietre delle nostre sconfitte Che come capisaldi denunciano di come abbiamo rinunciato ad amare Facciamo verità in noi dice Il Signore di perdonare E in questa verità di perdono affidiamo a Lui la risoluzione del problema Il Signore ci invita a pregare e una decina si può dire Poi non trasciniamo i fratelli sulle pubbliche piazze del pettegolezzo Perché tutto questo va a nostra vergogna Ancora peggio chiedere il carcere Lasciamo che questo lo chieda la giustizia dello stato E come cittadini siamo chiamati a osservare la legge Ma mai nel nostro cuore il risentimento che uccide il fratello

Lc 6,6-11

Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù. Lc 6,6-11 Quando la collera del cuore sale a livelli incontrollabili Il lievito della malizia ha una buona fermentazione E non ti fa fare verità su di te e non ti aiuta nel discernimento Perché la cecità del cuore non ti fa ragionare E rende la tua mano rattrappita che non si distende verso l’altro Ma si ritira verso il corpo e tutto te stesso rimane ingessato Non puoi incontrare il Maestro nel giudizio Ma solo nella fiducia e allora credi alla bontà di Dio Se guardi la libertà del Maestro che pone una domanda “È lecito fare il bene ?” Noi rispondiamo di Sì Poi se questo bene non compensa le nostre aspettative Allora la condanna per il Maestro è certa Il bene che pensi di fare non sia secondo le tue aspettative Ma sia quel bene fatto con le braccia aperte e nella verità

1 Cor 4, 1-5

A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore! 1 Cor 4, 1-5 Hai tutta la vita per correre e non perderti nei giudizi Hai tutto il tempo nel vivere nella pienezza il rapporto con Lui E non perderti in quei meccanismi noiosi di perfezionismo Hai tra le mani la Sua grazia per l’oggi e ti perdi nel giudicare il giorno passato La conversione non è un atto violento di cambiamento È solo accogliere Chi viene a portarti la pace Ci sono alcuni che prima della conversione usavano il verbo dovere Dopo la conversione lo stesso verbo lo usano al negativo Mi chiedo dove è la differenza…. Non c’è nessuna differenza Non giudicarsi vuol dire rimandare a Dio il giudizio E il tempo della vita dedicarlo alla relazione con Lui Ricordati che nella relazione Lui vince sempre Infatti nella relazione siamo i piccoli che il Padre ama Il Figlio ci custodisce e alimenta con la Sua carne e il Suo sangue Lo Spirito Santo ci indirizza verso la vita eterna Non stare lì fermo crucciato nella valutazione dei tuoi atti Cerca piuttosto di abbandonarti nell’oceano d’amore della Santa Trinità Il nuovo di oggi sarà il vecchio di domani La bellezza della relazione trascorsa sta tra le Sue mani e non ti appartiene È il vino vecchio che si accumula in paradiso e che invecchia nella pace del cuore

Lc 5,1-11

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Lc 5,1-11 Non lasciarti cadere le braccia e non scoraggiarti Ci sono dei momenti che incassi solo fallimenti Ti sembra che possibilità non ci sono Lui ti invita a non scoraggiarti Ti chiede di prendere il largo da situazioni pesanti Ti chiede di guardare dall’alto certi fallimenti Anzi Lui ti invita a riprendere dove hai fallito Per Pietro dopo una notte di lavoro ha la speranza della Sua Parola È la Sua parola che ci spinge fuori dai nostri semplici confini Per mandarci al largo in quella stoltezza umana Per farci perdere nella sapienza di Dio È vero che due galline in un pollaio litigano per lo stesso becchime È altrettanto vero che un’aquila che si perde nel sole Trova da mangiare senza litigare Allarga i tuoi orizzonti e troverai più di quello che hai bisogno E tutto ciò non solo per mangiare o per altro Quando getti a largo le reti del suo amore Allarghi i confini del regno dei cieli

1Gv 4,7-16

….se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. 1Gv 4,7-16 La perfezione è nell’amore diamo una mano ai perfetti secondo la carne Quando hai fatto una brutta figura Non prendertela con te per la brutta figura Chiediti :”ho amato?” Nel tuo cuore viene fuori un bel no allora comincia subito E non perderti nei tuoi pensieri per affinare strategie perdenti Quando fai un errore non ti mettere subito sotto giudizio Perché è un atteggiamento scriteriato che porta al fallimento È solo un errore non è la tua vita e Dio ti ama come sei Un tuo progetto è andato male forse hai perso la faccia e i soldi Ricordati di non perdere mai la vita e la pace Come vedi la perfezione umana è una bugia E di queste bugie non ne raccontiamo tante Fino a diventare ipocriti e non fare distinzione con la verità La perfezione dell’amore in Dio ci fa stare stabili Per questo possiamo amare i fratelli nonostante i limiti nostri e loro