Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!”». At 20,28-38
C’è una logica del dono nella chiesa
Che non è imposta e non è legge
Ma è parte della vita del cristiano
Un cristiano che non dona e non si dona
Non imita Cristo che si è donato
Che anche l’ultimo respiro l’ha dato per noi
Tutto Lui ha dato a noi e gli è rimasta solo la croce
Una croce di legno grezzo su cui è salito per dono a noi
La gratuità di Paolo è che ha lavorato per sostenersi
Non solo per sostenersi ma per sostenere i deboli
Antonio di Padova per eliminare l’usura
Pagò lavorando per le povere vittime
Dove non c’è gratuità non c’è gioia
La beatitudine che i nostri volti mostrano
è una testimonianza della gratuità
Madre Teresa in quel volto rugoso mostra ancora oggi la gratuità
In questa verità noi siamo stati consacrati
Il Padre ha dato l’Unigenito per noi
Il Figlio ha dato tutto se stesso per noi
Il cristiano per essere tale è chiamato a dare tutto
Tutti ci mostriamo poveri e non si capisce
Se lo siamo realmente oppure no
Eppure la parola povertà la usiamo nella spiritualità
Ma nella vita ordinaria siamo ben lungi da credere in questo
Questa schizofrenia si chiamo teologia del demonio