Artesacra

21 Dicembre

21 dicembre “eccolo che viene” L’attesa diventa sempre più pressante È come aspettare qualcuno E avere la cetezza che è già venuto Non dissipare l’attenzione di questa attesa E non ti agitare nel guardarti intorno Lui quando verrà ti chiamerà per nome La Sua voce è inconfondibile La conoscerai tra mille voci Non distrarti nel vedere le luci Queste abbagliano gli occhi E sono come fiammiferi non illuminano La Luce che tu aspetti arriverà E già nell’abisso del tuo cuore fa luce È come quando ascolti una bella musica E condividi con un fratello questa espressione “ Hai visto che bella musica ? “ Eppure la musica si ascolta e tu dici che vedi Egli sta dientro al nostro muro della paura E aspetta che tu ti sciogli nel Suo amore E fa risuonare in te una bella notiziaOggi è nato in te il Salvatore

20 Dicembre

20 Dicembre Ho immaginato il presepe senza Te Ci sono tutti Maria Giuseppe e pastori In questo presepe manchi solo Tu Poi sento bussare alla porta del cuore Mi chiedi ospitalità e non ti curi Se il mio cuore È pieno di fuliggini pensierose Di pareti puntellate con pali marci O spifferi di ansie che raggelano l’aria La paglia poi dove sarai posto È sporca è troppo tardi per nettarla Tu hai preso di mira proprio la stalla Vuoi entrare proprio lì dove il mio formalismo orgoglioso non permette e la lanterna della mia fede fa una luce debole Davanti alla Tua presenza pur nella vergogna Altro non so dire “entra mio Dio” E quest’ amore gratuto mi riempie di gratitudine Hai lasciato il paradiso pen nascere in una stalla Nella stalla del mio cuore

19 Dicembre

19 dicembre Il deserto la sterilità l’arsura L’anima quando vive questo È sconvolta E sola va errando e non chiede Non merita e intorno il non è Gli opposti si toccano e danzano L’anima vaga e non trova È un’attesa senza tempo Eterna perché mancano forze Chi porterà l’acqua arriverà Il tempo è vicino ormai A te girovago del deserto A te sterile non feconda A te che hai la bocca arsa La Grazia verrà come una pioggerella Bagnerà dolcemente la terra E arriverà nel profondo Il lamento dello smarrito Cederà il posto alla danza Perché la sterile aspetta Il deserto fiorisce La steppa si ritira per la vergogna I giorni della Vergine hanno compimento La terra in attesa si sveglia E le tenebra scappano La Luce cerca accoglienza

17 Dicembre

17 dicembre Le scarpe del mio cuore non si sono rotte Perché il cammino è stato dolce e lieve Le mani del mio cuore sono aperte vuote Pronte per prendere in braccio il Salvatore Vieni Signore non tardare Ordina al cuore la purificazione Donagli la forza di perdonare i nemici Non basta solo il perdono ma pregare per loro Non lasciare nell’intimo del mio cuore Neanche un’ombra di risentimento Oggi lo dedico all’amore verso i nemici Davanti a Te mio Dio e al Tuo cuore li metto tutti Metto i nemici Che sono gelosi invidiosi e calunniatori Metto i nemici della Tua sposa la chiesa Perdonali perché non sanno quello che fanno Specialmente coloro che hanno reso sporche le stanze nuziali del loro cuore

16 Dicembre

16 Dicembre 1° giorno Quando le mani sono giunte verso l’alto L’uomo prega e nel pregare o ringrazia o chiede Ho visto le mani giunte a mò di conca Non erano rivolte verso il basso ma trasversali al mio sguardo E proteggiavano una candela con un piccola fiamma Infatti dalle dita veniva una luce tremolante Ma quelle mani grandi e forti la proteggiavano Perché due mani forti a custodire quella piccola fiammella ? Proprio in quel momento ho visto la fiammella della mia vita Quella protezione è perché intorno ci sono le tenebre È per evitare che la fiamma si perde nelle tenebre Occorre la Luce vera quella che illumina ogni uomo Le Tue mani giunte su di me, Signore Per custodirmi fanno si che non mi perda Le Tue mani a conca lasciano spazi Affinche mi possa sentire libero Ho sentito molte volte il gelo Che mi voleva inghiottire Ma tu non hai mai spento lo stoppino Hai permesso la mia libertà Mentre io non ho avuto cura per me stesso Mi hai sempre seguito in modo discreto Perchè fedele al Tuo Amore per me Ora vedo che la mia è una preghiera scialba Penso di offrirti chi sa che cosa E invece Tu continui a pregarmi custodendomi Signore non so pregare Insegnami

A me m’piac’o pr’sepio

“A me m’piac’o pr’sepio” Il giorno 16 inizia la novena Potresti insieme con la famiglia pregare Se guardi bene questi tre personaggi Ti vogliono dire tante cose Giuseppe ti può insegnare la semplicità Maria mostrarti l’umiltà Gesù insegnarti a vivere l’obbedienza Guarda che queste sono virtù E non la scialberia che vedi in giro In questo modo non spendi niente Investi solo in Dio e Lui non ha il braccino corto “ A me m’piac’o pr’sepio” Perché nell’intimità della mia casa Posso pregare con i miei E vivere in modo tutto mio l’attesa “Io so che già sei venuto E che puoi venire in tutti gli uomini Per essere puntuali al tuo appuntamento Non dobbiamo esseere distratti Tu non sei uno dei tanti Non sei quel regalo comprato o riciclato Non sei quel negozio che apre proprio in questi tempi E per comprare un cellulare faccio tre ore di fila Che a momenti vale più il tempo sprecato che l’oggetto comprato Tu stesso Signore sei un dono Come vorrei che gli uomini lo capissero Ti chiedo mio Dio in questo tempo di attesa Che gli uomini siano attenti A guardare il presepe come uno spaccato di vita comune Dove al centro il Dio-uomo nella Sua onnipotenza ha preso la mia carne “ A me m’piac’o pr’sepio”

La luce vera

Misura la tua ansia che comincia a salire Tutti si condizionano con tutti Allora il tutti diventa il nienti Piuttosto guarda a Colui che vuole gioire con te Le luci nelle strade e che ti seducono Sono messe dalle tenebre invidiose Va incontro alla Luce vera quella che illumina ogni uomo Non ti stordire nello smelenzo fare Che è inganno tramato di quel buonismo ipocrita La Luce quella vera è quella che ti illumina Vuole farti diventare figlio del Padre Onnipotente Non hai bisogno di avere regali o farli Non è necessario mangiare o non mangiare insieme per essere fratelli Figuriamoci poi se un albero può darti dei doni originali Rimani sempre figlio del Padre Se vuoi un regalo non farlo e non chiederlo Chi ti farà un dono quella notte ? Sarà quel bambino di terracotta e di legno In quella chiesa vedrai sempre lo stesso E sempre Lui che ti dirà : “ Ero presso Dio sono Dio e ora sto con te perché ti amo”

L’eterno

Gioisci qualcosa nasce in te Dai uno sguardo al cielo E ti accorgi che quella stella Ha attirato il tuo sguardo Nel cuore avverti qualcosa di grande Per un momento nel silenzio Qualcosa si muove in te Ora se solo guardando le stelle Manifattura delle Sue dita Avviene in te qualcosa Chi mai sarà questo Dio fatto uomo? Molti hanno messo un veto per non farti vedere la stella Maledetto il superbo che rovina l’opera di Dio La stella è nata lo stesso nel tuo cuore Erode non può far niente per strapparla Tu custodiscila perché è la Stella del cielo È scesa per abitare in te E quando l’Uomo-Dio scende in te Nessuno te lo potrà togliere Temete piuttosto Chi ha il potere di buttravi nel fuoco eterno E non gli uomini che sono come l’erba del campo Durano un giorno solo L’Eterno vuole visitare il tuo cuore e rimanere con te in eterno

Gioisci

Gioisci qualcosa nasce in te Dai uno sguardo al cielo E ti accorgi che quella stella Ha attirato il tuo sguardo Nel cuore avverti qualcosa di grande Per un momento nel silenzio Qualcosa si muove in te Ora se solo guardando le stelle Manifattura dalle Sue dita Avviene in te qualcosa Chi mai sarà questo Dio fatto uomo? Molti hanno messo un veto per non farti vedere la stella Maledetto il superbo che rovina l’opera di Dio La stella è nata lo stesso nel tuo cuore Erode non può far niente per strapparla Tu custodiscila perché è la Stella del cielo È scesa per abitare in te E quando l’Uomo-Dio scende in te Nessuno te lo potrà togliere Temete piuttosto Chi ha il potere di buttravi nel fuoco eterno E non gli uomini che sono come l’erba del campo Durano un giorno solo L’Eterno vuole visitare il tuo cuore e rimanere con te in eterno

Il silenzio del campo

Il silenzio del campo Se vai in campagna dopo la bruciatura dei rami secchi E aver riempito le buche c’è l’innestatore È colui che taglia il selvatico e innesta la pianta che porterà frutto La pianta poi darà frutti che si possono mangiare In questa settimana che viene Ricordati che sei battezzato da selvatico che eri In Cristo oggi sei nuova creatura Ora nel silenzio e guardo il campo Mi risalta agli occhi la fiducia che Lui ha avuto e ha in me Ho offeso l’olivastro che ero invece di sostenere l’olivo che sono Passato e presente sono un’unica pianta Anche se le mie radici hanno lavorato invano Ora possono portare frutti e li chiedo a Dio misericordioso E in questo silenzio recito la preghiera : Signore, rinuncio a satana a tutte le sue opere a tutte le sue seduzioni alle sue illusioni e alle sue pompe, non voglio altro che Te e il Tuo Santo Spirito Vedrai come il campo del tuo cuore si scalderà La rigidità dell’inverno non la sentirai Il freddo pungente della vita e dell’indifferenza non ti colpirà E in questo silenzio vedrai che la crescita c’è ma non fa rumore