Artesacra

Riflessioni

Salire a Nazareth

Sali a Nazareth Una volta che entri nella basilica scendi le scale Fermati davanti alla casa di Maria Come Maria non pensare a te a quello che vuoi dire Ai propositi e a quello che vuoi realizzare Apri solo il tuo cuore e fa entrare lo Spirto Santo È Lui che muove ogni cosa tutto è iniziato lì Il Verbo ha preso la nostra carne in quel luogo L’Onnipotenza di Dio si è manifestata nel corpo di una Vergine Fa entrare in te la potenza dello Spirito Apriti al Suo amore e questo amore riversato in te Conservalo in modo da rendere sacro questo giorno Almeno per un minuto non opporre resistenza con ragionamenti Docilmente affidati e affida e ringrazia per le persone e le cose che ti circondano Fa un gesto semplice saluta coloro che sono in casa con te E dopo saluta le cose che ti sono servite all’inizio di questo giorno Quando chiudi la porta per uscire ringrazia la casa che ti ha accolto Perché ciò che hai non è tuo e non mettere il tuo cuore nelle cose Tratta sempre con cura in modo da educarti al distacco Allora la salita verso Nazareth rappresenterà l’inizio di un nuovo cammino

Ef 2,19-22

In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito. Ef 2,19-22 Quale è la tua residenza? Se tu ci fai veramente attenzione noi siamo di passaggio C’è una destinazione definitiva che si chiama paradiso Dove staremo in pianta stabile in Dio Quante volte nella tua vita hai avuto a che fare con la pienezza? Non è un sentire o un provare o un intuire È quello stare bene e ti basta e tutto questo non dipende da cose È il frutto della relazione nella fede Quando alla tua volontà hai detto stop Quando prendi ciò che ti viene come dono Quando le quantità non hanno senso e a te basta ciò che ti viene Quando l’espressione” avrei voluto un po’ di più” non ti dice niente Quando quel condizionale termina “con un di più “ non ti interessa Allora cominci a capire che Qualcuno ti vuole portare oltre È in Lui la nostra residenza

Lc 13,22-30

“Signore, aprici!” Lc 13,22-30 Non lasciarmi fuori Tu buon Pastore spingimi ad entrare Non sono una pecora obbediente Mi perdo in mille distrazioni Tutto ciò che colpisce i sensi Mi fa disobberire al tuo richiamo Abbi pazienza non chiudere la porta Non lasciarmi fuori Per il mio amore imperfetto Non sono generoso e ciò che mio trattengo Il palmo della mano rimane sempre chiuso Non chiedo e non do così vado in pari Il mio amore ha i guanti Così con il fratello ho la minima distanza Non mi sporco ma almeno mi inganno Quanto sono superficiale? Abbi misericordia non chiudere la porta Non lasciarmi fuori Dirtelo per la terza volta Il mio cuore saggio denuncia alla mia mente la sua stoltezza Ti voglio ricordare i tempi che sei stato con me E non i tempi che mi hai chiesto di stare con te Mi beo del mio misero io che ti analizza Non godo della bellezza del perderrmi in te La beatitudine di sapermi con te Viene inquinata dalla presunzione della mia sicurezza Sotto questo cielo niente è sicuro Allora ti prego chinati su di me non chiudere la porta So che la porta è stretta perché mi hai avvisato A me basta il tuo sguardo per sapere chi sono Come un bambino segue lo sguardo della mamma quando viene allattato Allora anch’io so di esistere Ti prego non lasciarmi fuori

Lc 13,10-17

Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato».Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? Lc 13,10-17 Basta che la legge socialmente venga osservata E nel privato va trasgredita allora il potere malefico può vivere Basta che tu ti presenti come una brava persona Ma nel privato e nel buio nessuno vede ciò che tu fai Allora gli scandali diventano consuetudini e normalità Questa donna era curva sotto il peso di Satana Gesù è venuto a togliere quasta ipocrisia Perché ogni momento è buono per amare Ogni istante è buono per incoraggiare Non si da gloria a Dio in momenti stabiliti dalla legge C’è la vita con le sue esigenze che ha bisogno di espandere Non siamo osservatori distratti privi di intelligenza Perché oggi questa ipocrisia detta legge Se parli di certe cose non puoi Se vai in un dibattito scentifico e vuoi dire la tua Per far raddrizzare questa donna curva Oppressa dalle menzogne che è l’Italia Devi togliere il dato scentifico oggettivo E blaterare come come lore con parole insulse Cristo non ha accettato compromessi duemila anni fa Oggi farebbe la stessa cosa Negli sessanta lo facevano passare per comunista L’ipocrisia di questa mentalità clericale diceva che Cristo era il primo comunista che assurdo Oggi Cristo lo fanno passare per qualunquista Perché pensiamo che i nostri atti siano buoni E noi sappiamo che tutti gli atti umani senza il discernimento Sono solo atti diventano umani se fatti insieme allo Spirito Santo

Ef 4, 1-6

….avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Ef 4, 1-6 È arrivare a quell’uno in noi che è difficile Discorsi fumosi e ripetitivi si alternano come una musica noiosa Arrivare all’unità in noi e con lo Spirito Santo È cominciare a vivere e a guardare con l’occhio di Dio l’umanità Invece distratti e proiettati a prendere secondo i sensi Parliamo di qualcosa che non conosciamo Anche il nostro dare è pesante Perché è accompagnato dal nostro ego Se noi siamo uniti in noi e con Lui Guardimo il mondo con i suoi occhi E siamo sempre a conoscenza dei nostri limiti È come in noi il dialogo non diventa una colpa o una morale Il vincolo che ci tiene legati a Lui è la pace È questa pace che viene da Lui che ci fa guardare il mondo Il mondo non va giudicato e noi ci proponiamo giudici Dio la zizzania e il grano lo lascia crescere insieme La nostra superbia si alza sopra le parti pensando di risolvere il niente Il nostro ruolo ci fa imporre condizioni e proposte che partono dal nostro io Oggi la parola discernimento va di moda Tutti sono maestri del discernimento e parlano Pochi sono quelli che sono uniti allo Spirito nella pace Sono questi che hanno discernimento Perché in maniera semplice e non grossolana sanno parlare Hanno dalla loro parte un giusto giudizio di se Non fanno del loro ruolo un’arma di potere Sanno che quello che sono e quello che hanno non lo meritano È per la misericordia di Dio che sono chiamati In questa unità vivono la loro esistenza silenziosa ma efficace

Ef 3,14-21

….di essere potentemente rafforzati nell’uomo interiore mediante il suo Spirito. Ef 3,14-21 Tutti siamo impegnati a costruirel’uomo esteriore Questo involucro che si vede e che basta una stagione e poi… Cerchiamo di vigilare stiamo costruendo la nostra esistenza nella vanità Affannati come siamo al capezzale del nostro corpo Non curiamo le cause che fanno stare bene sia l’anima che il corpo Oggi le malattie più diffuse sono quelle psicosomatiche Nessuno trova rimedio e nessuno ne conosce la cura Quello che più sta male è l’uomo interiore È lo Spirito che sorregge la psiche e il corpo fisico È con lo Spirito Santo che bisogna allenarsi A che ti serve farti vedere muscoloso quando poi hai paura ? Tutti siliconati per trovare a tutti costi l’amore Quando non conosci l’espressione “aver cura” Hai fatto tutti i corsi di questo mondo Conosci tutte le tecniche di comunicazione e poi l’ansia ti divora In Forza dello Spirito, Paolo invita a rafforzare l’uomo interiore Abbi fede nel Padre che provvede a tutto anche a te È nell’abbandono fiducioso che otterrai ciò che serve Un abbandono serio non pone limiti perchè non conosce le dimensioni Abbi cura di te non perdendo tempo in cose dette o fatte E ti consumi al solo pensiero che l’altro ha detto qualcosa che non ti garba Abbi cura delle scoperte che fai oggi delle belle parole che escono dalla bocca di Dio per te Allora non ti ammalerai mai di tristezza e di malinconia Perché la speranza è viva in te Per amare e essere amati non occorre portare un involucro a spasso Per quanto bello possa essere esternamente è l’interno che ha paura Chiedi allo Spirito Santo di invadere il tuo cuore dal Suo amore Sarai un roveto ardente avrai le tue spine ma sarai amore Questa è la cura e non costa niente Chiediti pure con la ragione come può avvenire questo E lo spirito ti risponderà “Niente è impossibile a Dio” Ti chiedo scusa se oggi ho sovvertito i tuoi programmi in palestra

Lc 12,39-48

A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più. Lc 12,39-48 Dio con noi non ha il braccino corto è sempre generoso Ad alcuni ha dato ad altri ha affidato Stamani non riuscivo a capire la differenza Poi lo Spirito Santo mi ha dato questa dritta Si danno le cose e si affidano le persone A tanti Dio ha dato tante cose e anche talenti Tutto questo va dato non a Dio perché Dio quando da non vuole un ritorno Vuole che tu dia ai tuoi fratelli poiché Lui è padre di tutti Ho detto che si affidano le persone A quanti di noi Dio ha affidato i suoi figli ? Parlo di creature che siamo chiamati a servire Alle famiglie Dio ha affidato i figli che naturalmente appartengono ai genitori Ma spiritualmente appartengono a Dio perché tutti siamo fratelli e figli Alla chiesa ministeriale ha affidato sia le anime che i corpi Tutti questi siamo chiamati a servire ciò che ci è stato affidato Ciò che ci è stato affidato per la fiducia e la misericordia di Dio Siamo chiamati a servire fino a dare la vita Al servo che ha avuto la grazia di avere affidato dei figli Non può dormire tranquillo perché deve essere sveglio e non farsi rubare i figli Per i genitori vale la stessa cosa diceva Paolo “chi non sa servire la famiglia non può servire neanche la chiesa” Pensiamo un po’ ai doni ricevuti e cerchiamo di investirli nell’amore

Bello…

Ieri camminando nei boschi ho preso un sentiro che portava su Il sole si nascondeva e quando appariva faceva sentire il suo calore Avevo desiderio di scrivere qualcosa Ma sapevo già che era tempo perso ho messo quaderno e penna nello zaino Ho continuato a camminare A un certo punto sul sentiero c’era un piccolo dosso Salito il quale una scena bella c’era una festa di colori Il verde nelle sue sfumature il rosso il giallo il marrone e il grigio dei tronchi Sui tronchi poi appariva chiazzze di verde marino erano i licheni Sono stato per un bel po’ a contemplare era come fossi rapito La mente era ferma la sua funzione era rapita dal quadro Mi sono seduto e guardavo La scena cambiava a causa delle nuvole La musica si alternava con i diversi uccelli Pensate tutto questo era mio e mi veniva offerto È sempre Lui che ha impresso nel creato il Suo tocco A Lui ho ringraziato per il dono tanto che prima di andarmene Mi sono uscite queste parole: Ti ringrazio perché hai impresso in me il bello E questo mi rimanda a Te Maestro bello Nessuna nostalgia nell’andare via perché Tu sei in me Il quadro mi ha lasciato senza parole e senza pensiero Come a dire davanti al bello… che vuoi dire? Un senso di gratitudine ha invaso il mio cuore Ho detto delle parole che ora stento a ricordare Forse dicevo così ma non so Guardo queste opere delle Tue mani Le hai fatte per me Anche il dirti grazie è niente mi sembra banale Sono confuso è quella confusione che mette ordne e da consolazione Ho chiuso gli occhi per imprimere questa bellezza e sono sceso

Lc 12,13-21

E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Lc 12,13-21 Basti pensare a quanto siamo fragili Un desiderio non soddisfatto e cominciano le nostre inquietudini Una cosa fuori posto e avviene la terza guerra mondiale Basta poco e la nostra vita cammina sui trampoli Il Signore ci chiede di guardare la meta E se sotto i nostri occhi passano dei panorami mozzafiato Guardiamoli pure è una ricchezza che ci indica il bello Ma quel panorama è di passaggio Godiamo dei beni che la provvidenza ci da Ma non attacchiamoci perché siamo chiamati ad andare oltre Signore quell’oltre mi stanca mi sembra sempre di faticare e di non concludere Poi il Signore mi spinge a guardarmi dentro È proprio li nascosto quel serpentello della pigrizia e del vittimismo Mi tiene sotto scacco e comincio a dar di matto Tutto mi serve mi manca sempre tutto Alla mensa vado a lezione e imparo: Ci sono poveri disperati e vittime della paura A questi manca sempre qualcosa Poi ci sono altri che non manca mai niente e sono felici C’è un signore che viene in bicicletta È vestito leggero sia in estate che in inverno ed è sempre sorridente Il carico di cose che porta dietro a se è legerissimo Noi siamo quelli che dobbiamo cambiare La nostra vita non dipende dal possesso ma dalla voglia di voler volare

Lc 12,1-7

«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Lc 12,1-7 Signore ti riconosco mio Re Quello che mi fa dipendente da Te è l’amore che mi dai Sei in me più di quello che io possa pensare Però in quanto a fedeltà a Te sono un traditore Basta un niente che mi porta lontano da Te e di questo ne sento il peso Da quando mi hai fatto la grazia di conoscere di esserti figlio Il peccato commesso è stato il motivo di esercitare la figliolanza Sono sempre corso da Te e in Te mi sento completo Dal peccato di ipocrisia mi hai sempre tenuto lontano E questo mi ha dato una libertà di manifestarmi nella mia fragilità Ho sempre coltivato in me la bellezza di essere cattolico Non ho mai fatto niente di segreto come se appartenessi a una setta Ne ho mai ascoltato oppure ho fatto pettegolezzi nei lunghi corridoi romani Non ho mai bisbigliato all’orecchio di qualcuno Quando qualcuno mi da qualcosa di buono a parte lo divido sempre con tutti Non perché sono generoso è solo perché tu mi hai insegnato a darmi senza misura Lo faccio perché sono bravo ? No L’unica paura che ho è finire nella geenna lontano da Te Se oggi che non ti vedo faccio esperienza della tua paternità Perché alla fine della vita mi devo privare di stare nella tua paternità? Il mio è un calcolo di figlio