Artesacra

Riflessioni

Mc9,41-50

Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri. Mc9,41-50 Nel vangelo di oggi ci sono dei paradossi Un bicchiere d’acqua ha più valore di un occhio Un bicchiere d’acqua dato con amore chi lo da avrà una ricompensa Un occhio che guarda in maniera torva è meglio cavarlo È la bilancia dell’amore che pesa questi paradossi Infatti è la sapienza di Dio che ci mette davanti a queste verità Non possiamo fidarci di noi stessi Perché nei meandri del nostro cuore ci sono pieghe a noi nascoste Ci sono delle impurità che ci fanno vedere in modo contorto La nostra vita è sciapa perché non ha una meta E se ci incamminiamo verso Dio vorremmo avere delle garanzie È bello aspirare a grandi vette ma dobbiamo partire da un bicchiere d’acqua È nel quotidiano che si snoda il cammino della vita Quei gesti semplici senza valore in se fatti con amore sono opere d’arte Quello sguardo per possedere a tutti i costi ti imbruttisce Il sale divino passa attraverso la semplicità Oggi tutti abbbiamo bisogno di questa sapienza che non chiede e tutto da Un sale senza impurità da sapore arricchisce la vita in profondità Un sale impuro distrugge ogni cosa Per questo il sale della pace rende l’Amore visibile

Vieni Padre dei poveri

Vieni Padre dei poveri Vieni datore dei doni (sequenza di Pentecoste) È bene che ogni dono va consacrato a Te Padre La Tua ricchezza che arriva sulla nostra povertà Tu fai in modo da farla diventare nostra È proprio in questa bellezza che tutto deve ritornare a Te Un vero povero sa che quello che gli arriva non è provvidenza Noi con Te Padre possiamo mettere in comune la nostra povertà Tu ci doni in cambio il Tuo figlio Solo su questa povertà possiamo cantare il nostro Magnificat È il magnificat che consacra i Doni che Tu ci dai È questo canto che mette in luce la nostra gratitudine Hai fatto grandi cose per noi Sei entrato in noi nella discrezione E collabborando con Te ci hai fatto diventare opere d’arte Signore donaci la grazia di sapere che non ci siamo fatti da soli Ma nella Tua misericordia ci hai vestito di dignità filiale Non passa un attimo che lo Spirito che in me Ricorda alla mia anima Tu sei figlio Nel giorno del tuo battesimo ti ho rivestito del mio amore

Mc 9,30-37

…..E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Mc 9,30-37 Un bambino per accogliere Dio è la proposta di Gesù Le strategie dell’uomo non hanno futuro L’uomo infatti non può allungare nemmeno di un’ora la sua esistenza Nella semplicità e nella dipendenza di ogni giorno c’è l’agire di Dio Mi viene da pensare ai piani pastorali Sono talmente burocratizzati Che per metterli in atto ci vogliono degli scienziati Abbraccia un bambino è come dire: “accogli con semplicità la proposta di Dio” Apriti all’umiltà che ti fa povero e bisognoso di Dio E Dio farà il resto Per fare questo devi rinascere dallo Spirito Santo È un rimprovero che il Signore fa agli apostoli Dio chiede di non confidare nell’esperienza o nella carne Infatti la carne ha desideri di possesso e di comando Impara a guardare che nel quotidiano c’è un piano da parte Sua per te

Gc3,13-18

Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia. Gc3,13-18 Oggi il Signore ci interpella sulle nostre relazioni Fermiamoci oggi a considerarle Stamani appena ci siamo alzati il nostro saluto A chi l’abbiamo rivolto? Ti accorgi che il tuo cuore è appesantito appena hai aperto gli occhi Fatti il segno di croce e consacra le tue relazioni Invita lo Spirito Santo a darti una mano Tu Santo Spirito da vita alle forme che vedo amorfe Tu Santo Spirito cura le mie ferite e quelle delle persone che incontro oggi Tu alito di vita rianima coloro che sono abbattuti Tu generoso nel dono donami e dona la sapienza dell’unità Libera chi è in catene e salva tutte le anime Nessuno ostacolo ti resiste va dove il pianto e l’affanno sono di casa E stabilisci la Tua pace A coloro che vivono in te e con te colmali di gioia Nessuno dei nemici soccomba e fa che tutti vedano la tua luce

I sensi

Dio conosce ogni bisogno faccia di me tutto ciò che vuole. Mi consegno interamente alla sua potenza E così resto forte, in ogni sofferenza (anonimo ) Siamo in primavera inoltrata è tempo di passaggio. Esci nella natura e guarda i fiori di stagione Anche i frutti tra l’acerbo e il maturo hanno i loro colori Non consumare i sensi nel vedere cose ormai scontate Immagini che creano bisogni infami Purifica i tuoi occhi nel farti una passeggiata tra il verde Tocca i fiori e le dita falle scorrere sui i petali Odora i vari profumi che quando l’attraversi ti ricreano I frutti che vedi puoi gustarli Oggi i tuoi sensi sono ibernati e soggetti a medicine La sera sei mezzo addormentato e ti alieni con la televisione Consacra i tuoi sensi e chiedi al Signore di dare ai tuoi bisogni un importanza reale e non perché la televisione ti ha creato un bisogno Consacra al Signore i tuoi sensi e cerca il bello e il buono I sensi sono la porta di entrate e di uscita Mettili sotto la protezione del Signore In modo da non possedere per la brama di avere Ma piuttosto contemplare il bello che c’è intorno a te E avere la gioia che i fratelli possono avere la tua stessa esperienza

Spirito Santo

Vieni Spirito che ti sei fatto desiderare da me, tu l’inaccessibile, che in me ti sei fatto desiderio (simeone il nuovo teologo). Quando in un essere, il desiderare diventa desiderio, per quell’uomo è arrivato il tempo di morire per vivere. Morire a tutto ciò che cade sotto i nostri sensi, possedere come se non possedessimo, vedere come se non vedessimo, godere come se non godessimo, perché passa questo mondo e con esso le illusioni. Morire al peccato perché il peccato fa danni. Morire anche alle stesse devozioni, alla bella esperienza, poter morire alle cose belle noi infatti sappiamo che se perdiamo Dio per Dio, la stessa Trinità abita in noi. “….noi prenderemo dimora presso di lui” (Gv) Avere a che fare con Dio, dopo che si è morti a se stessi È la vera chiave di lettura della nostra vita. Due sono le cose che l’uomo ha sempre cercato La gioia e la fede, la prima viene all’uomo dalla relazione intima con Dio, la seconda è avere un Tu dove perdersi Nessuno può cancellare la sete di infinito che l’uomo ha,nel perdersi in Dio. Dio ha la stessa sete fino a gridarla sulla Croce e dirci “ho sete di te fino a darti la mia stessa vita”

At 17,15.22-18,1

… e i confini del loro spazio perché cerchino Dio, se mai, tastando qua e là come ciechi, arrivino a trovarlo, benché non sia lontano da ciascuno di noi. At 17,15.22-18,1 Siamo ciechi e tastando in tutte le direzioni possiamo trovarlo È provvidenza sapere che ci sono confini E che le dimensioni a noi note Ci danno la possibilità di incontrarlo Lui è vicino più di quanto noi immaginiamo Possiamo toccarlo nella nostra cecità E come i ciechi sono sensibili al tatto Anche noi come ciechi nei sensi dell’anima Lo troviamo, perché l’anima vuole trovare il Suo Re Quando però inciampiamo nella pietra della Resurrezione E i confini non ci sono più Allora la nostra ragione si rifiuta Mette i muri e continua ad errare “Su questo ti sentiamo un’altra volta” dicono gli ateniesi Pensano che Paolo sia ubriaco Tante volte la nostra fede vacilla Proprio perché la mente si trova smarrita La ragione arriva fino al portale del palazzo del Re Perché più in là non va È lo Spirito di Dio che ci accompagna Ci prende per mano e ci fa entrare nell’intimo di noi Dove dal roveto ardente una voce ci dirà: “Spogliati dalle dimensioni dove ti senti protetto Armati della fede e dell’umiltà e mi vedrai”

La sposa di Cristo

Certe volte Signore non riesco a capire Perché il vangelo non viene insegnato Si parla di vangelo si teorizza un’evangelizzazione Ma la testimonianza lascia molto a desiderare Tutti vogliono spazio per mostrare se stessi Tuti hanno ricette e diventare medici incoscienti Sposa di Cristo ritorna con il tuo vestito semplice e pulito Nei secoli eri il luogo dove gli uomini liberi trovavano asilo Ora schiavi delle filosofie più estrose fanno da padroni Dottrine vaque e stagionali vogliono insegnare ciò che non hanno mai imparato Prendi tra le mani il testamento del tuo Signore Vivi sulla tua pelle ciò che è scritto fino alla virgola Sai che non puoi tralasciare nemmeno una virgola Non fare della fragilità un motivo vittimista Impara dal tuo sposo la pazienza e l’umiltà Nel tuo sangue c’è lo Spirtio Santo il Dio forte Non farti strappare la veste dove ogni cane si vuole fregiare Come testimonianza il tuo Signore ti ha lasciato la tunica L’unità è la tua forza e l’anima è lo Spirito santo Ritorna alla tua gioventù dove correvi verso il tuo Signore E non permettevi a nessun ladro di impossessarsi di te Non farti appesantirti da idee personaliste Vivi ciò che tuo Signore ti ordina : Va… Andate vi mando Servi …. Io sono in mezzo a voi come colui che serve Ama …. Amatevi come io vi amo Guarisci ….gli ammalati sana e scaccia i demoni Tutto questo fa con le tue mani Nei pastori amici del tuo Sposo di questo: non prendetevi il latte e la lana delle pecore guidatele con amore e non con forza datele amore affinchè possano trovare da mangiare alla fine quando vi siete consumati dite di aver fatto questo per amore Sposa di Cristo in questi comandi rimani sempre giovane e libera

Gv 15,26-16,4

L’ora Gv 15,26-16,4 …anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. L’ora quando viene non ti troverà impreparato Se tu sei attento a vivere nell’ora Nell’ora futura c’è un grande interrogativo L’ora è sempre presente Farsi trovare sul pezzo è vivere Sei un artista della vita quando agisci ora Sai discernere se conosci ora Sei un testimone quando l’ora ti trova pronto Sei con il maestro quando la parola ora è carne per te Il Tuo cibo di ora è fare la Sua volontà La Tua sete di ora è attingere alla sorgente della salvezza Quando l’arsura e la fame di Lui avrà la sua ora Non ti coglierà impreparato

Mt 11,25-30

Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Mt 11,25-30 Ci provo Signore a essere mite ed umile La rabbia che è in me inespressa È camuffata da un atteggiamento confessionale Non vuol dire che sono mite Vuol dire che sono ipocrita Tu capisci Signore al danno la beffa Poi se guardo l’umiltà Mi vendo come umile in modo strategico Poi se qualcuno mi offende È finita per quel poveraccio Perché ha a che fare con il mio orgoglio L’unico momento di mitezza e di umiltà È quando mi trovo davanti a Te A raccontarti queste mie fragilità Io voglio imparare e in questo c’è tanta onestà Ma su questa materia mi boccio sempre Se non fosse per la Tua grande misericodia Starei sempre a piangermi addosso Spero nell’esame finale In modo che io possa rimanere con Te per sempre Mi darai il sei politico è come recitare: uomini e bestie Tu salvi Signore (Sal 35)