Artesacra

Riflessioni

Segreto

Rimani con me e dimmi il tuo segreto Lungo il mio cammino le cose che hai suggerito al mio cuore Sono di una bellezza unica sono come il pane sfornato da poco Però il segreto ancora mi hai svelato Troppe parole affollano la mia mente E tu mi aspetti nel silenzio della tua casa Tu parli nel silezio È inconfondibile il tuo silenzio È il pieno dell’amore che si dà Aspetto il tuo segreto che mi fa leggere chi sono Tante cose sono scritte sui libri La parola che dici a me E che si perde nella farina della mia esistena Non la conosco ancora e non sta scritta in nessun libro Alcune parole imparate a vivere nel libro della vita Le ho fatte mie e si sono mescolate nella mia vita Tu rimani con me e dimmi il tuo segreto Andare via da questa terra senza conoscere la parola Quella parola che tu vuoi suggerire al mio cuore E condensa tutta la mia storia in questa terra È quella che aspetto Mi piace pensare che me la dirai All’alba di un mattino d’estate o al tramonto di autunno Ma il mio cuore mi suggerisce che non sarà questo Io so che Tu mi sorprenderai nel tuo silenzio I tempi sono sempre i tuoi e i tuoi tempi mi hanno insegnato a vivere

Lc 19,41-44

«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». Lc 19,41-44 Ti cerco e Tu mi visiti tutti i giorni Non saperti riconoscere nel tempo della tua presenza Mi sembra di perdere un occasione per amarti Meglio dire mi perdo un’occasione di sapere di essere amato Nel silenzio avverto la Tua presenza Mi accogli mi attiri mi vuoi Leghi sempre la Tua vita alla mia esistenza Io non so comprendere il Tuo stare con me I sensi mi disturbano e non mi fanno leggere dentro È in quel dovunque ti trovo che non sono vigilante Quanta superificialità nella vigilanza Attratto e distratto da tante cose mi perdo E non conosco che sei Tu che mi vieni a visitare La tua presenza da alla mia attesa la dolcezza di un abbraccio La Tua presenza feconda il mio amore Mi fa padre e mi ricompone nell’unità Ti chiedo pedono per tutte le volte che non sono vigile O che la mia fragilità non mi permette di accoglierti

Lc 19.11-28

Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Lc 19.11-28 Non farti rubare la speranza che è in te Fuochi fatui che nascono dal niente e danno niente Sono le varie soluzioni che ogni burattino da Tu non farti rubare la speranza È come un filo di una ragnatela di scarsa consistenza Non demordere appenditi a quel filo La speranza non delude le soluzioni proposte sono bufale La violenza contro la violenza conduce alla morte Miscele come l’argilla e il bronzo portano alla rovina È tutto ciò che si legge e si vede non è la pace Parole che inseguono parole e ti chetano qualche istante Registi occulti e quelli palesi fanno a gara per distruggere Tu non farti rubare la speranza Rimani fermo a sperare contro l’impossibile Oggi l’impossibile è evidente ma tutti vendono fumo Siediti e prega la dove sei… inginocchiati!!! e da gloria a Dio Non scoraggiarti e non lasciarti cadere le braccia Il Bene che è in te non nasconderlo nella paura Lo scoraggiamento che hai ti fa nascondere È solo un tranello per farti fuori Tu non farti rubare la speranza La speranza tiene uniti gli uomini Essi sanno che il loro Redentore è vivo Davanti a tanta precarietà abbiamo una certezza Lui è vivo

Lc 19,1-10

Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Lc 19,1-10 Continua a camminare verso Gerusalemme deciso a salire sulla croce Dopo il cieco ecco vede su di un albero Zaccheo uomo di bassa statura Zaccheo forse non è un nano ma come peccatore era un pesce grosso Gesù si autoinvita lo chiama e vuole sostare nella sua casa Mi chiedo spesso quando leggo questo passo Perché Gesù vuole fare casa con Zaccheo ? Perché vuole entrare nel suo mondo? Perché Zaccheo vuole vedere Gesù dall’alto? Perché Gesù vede Zaccheo dal basso? Alcune risposte potrebbero essere scontantate Zaccheo deve scendere dall’albero per farsi accompagnare da Gesù Nell’abisso in cui si trova e vede il proprio peccato Gesù si fa trovare nell’abisso della nostra esistenza E vuole portarci fuori da esse Zaccheo è un impuro Gesù lo rende puro Veramente il Signore ci fa nuovi siamo noi che vogliamo rimanere impuri Per poter piangerci addosso o puntare il dito come gli ipocriti

Lc 18,35-43

Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Lc 18,35-43 Puoi gridare il Suo nome e chiedergli aiuto Puoi chiedergli di vedere ciò che manca al tuo amore La gente ti rimprovererà perché disturbi O pegiio ti dirà di fare silenzio perché ormai tutto è finito Tu grida più forte e non aver rispetto per l’ipocrisia Essa vuole tenere tutto nel silenzio Basta tenere la testa in giù e fare come un automa ciò che è richiesto Tu vuoi vedere Lui che apre i tuoi occhi Il tuo grido non è estraneo al suo orecchio Egli prontamente ti chiamerà e ti chiederà ciò che vuoi Fammi vedere Signore i miei errori Donami quel sano discernimento di non confondere la giustizia con l’amore Le sirene che disturbano il mio gridare falle tacere Fa tacere quell’atteggiamento affettato e manieristico Perché anche nel mio gridare e nel mio movimento scomposto ti possa vedere Ti voglio vedere con gli occhi dell’amore Quell’amore che sa perdonare Quell’amore che non si rassegna a vedere i fratelli che muoiono Quell’amore duro in volto che imperterrito continua ad amare Quel tuo amore che va verso Gerusalemme a morire Il tuo sacrificio è bastato per salvarci ma gli uomini continuano ad ammazzare Oggi non ti chiedo di più mi basta vederti Quando hai aperto i miei occhi ti voglio seguire Mi indicherai il sentiero della vita E stare alla tua presenza è una gioia

Cor 3,9-11.13-17

Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi. 1 Cor 3,9-11.13-17 Ognuno è il tempo santo di Dio Noi gli apparteniamo e siamo suoi Un tempio non solo è bello all’esterno Ma all’interno è ancora più bello Nel centro del nostro tempio è la Sua presensa Giono e notte soffre con gemiti affinchè non ci perdiamo Il nostro tempio non abbiamo potere di distruggerlo Perdiamo tempo nel curarlo solo esternamente Poi dentro abbiamo la morte e il buio Impariamo a mettere Dio al centro di noi Curiamo e custodiamo la nostra anima È una perla che va alimentata dell’olio della misericordia Non rattristiamola con le nostre manie Non feriamola con le nostre invidie e gelosie Non ci vittimizziamo facendo crescere in noi l’odio e la violenza Ricordiamoci che l’interno deve essere curato più dell’esterno All’interno ci sono i grandi tesori che vanno difesi e custiditi La Chiesa con il suo insegnamento e i santi con la loro testimonianza Danno stabilità al tempio e fanno si che tu non ti perda

Lc 16,1-8

Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Lc 16,1-8 Viene da chiedersi… come mai il Signore loda l’amministratore disonesto ? Quasi quasi potremmo dire che gli amministratori italici sono santi. Non è così il Signore loda la determinazione che ha questo amministratore Infatti chiede a noi cristiani di essere più determinati e virili Anche perché abbiamo visto la scarsa virilità degli annunciatori di questi giorni Quando la battaglia si fa più cruenta allora devi credere di più Allora più fortemente cerca il terreno vergine anche se infestato risponde sempre meglio Rispetto a quel terreno dove l’annuncio già c’è stato ma che è caduto su un terreno armai sterile C’è una sete di bere alle sorgenti della salvezza E non c’è più tempo da perdere in discussioni strategiche Infatti noi siamo operai e le strategie le fa chi è Onnipotente Annunciate il vangelo nelle situazioni opportune e non opportune (S. Paolo) Oggi l’annuncio è melenzo e polemico su quello che fanno gli altri Non abbiamo il coraggio di professare chi con coraggio e amore ha dato la vita per amore In questo che dico non c’è fanatismo, perché i fanatici sono coloro che si agitano Chi è determinato va avanti nel solco della verità perché ha sperimentato la forza del Padrone Le concessioni che fa l’amministratore disonesto non sono benedette da Dio Forse alcuni amministatori nostrani concedono senza pensare alla virulenza evangelica La forza evangelica si basa sulla testimonianza e non sulla carta scritta partotita dalle loro menti Tante parole e tante concessioni per farci sporcare l’unica ricchezza della chiesa Quando ho fatto il cammino di Santiago insieme ad alcuni giovani Ho celebrato la messa in un paese delle meseta la chiesa era spoglia C’è Gesù eucarestia nel tabernacolo e una vecchietta decisa mi fa rivolgendosi al tabernacolo: “Questa è l’unica ricchezza che abbiamo” e non si riferiva alla porticina del tabernacolo Ma a Chi era dentro perché in nome di Costui vero Padrone della chiesa non siamo più determinati?

Rm 14,7-12

Quindi ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio. Rm 14,7-12 È una bellissima espressione che ci responsabilizza e da gloria a Dio In questa espressione non ci sono margini per quel giustificazionismo becero Dove la dignità dell’uomo viene a essere umiliata L’uomo che sa di rendere conto a Dio sa anche di avere avuto dei doni Sa di essere stato amato di un amore particolare Ma quello che sa di più e tiene nel profondo del suo essere È la relazione vera che ha con il Padre È proprio questa relazione vera Dove l’amore ricevuto e quello dato presenta una sperequazione infinita È proprio dell’anima dire al Padre la propria riconoscenscenza È qualcosa di indefinibile che non ha niente a che fare con le cose ricevute È quel senso di gratitudine che per essere definito è il non è di tutte le cose belle È proprio la stessa persona del Padre Ti voglio bene Padre mio non perché mi ami Ti voglio bene Padre mio non perché sono sacerdote Ti voglio bene Padre mio non perché la mia vita è piena Ti voglio bene perché sei Tu In questo Tu c’è tutto il bene espresso,non espresso e che non si può esprimere

Rm 13,8-13

Infatti: «Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai», e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Rm 13,8-13 Molti vogliono amare il prossimo e hanno le più belle intenzioni Poi vai a vedere con il prossimo hanno una relazione falsa E quello che è peggio di tutto con loro stessi non hanno amore Ci sono di quelli che si fanno in quattro e poi sotto sotto aspettano riconoscimenti Ci sono di quelli che calcolano il loro dare in base alla possibilità di entrate Ci sono di quelli che fanno finta di amare il prossimo ma sono legati alle loro paure La cosa più terribile e pericolosa nella relazione con il fratello è usarlo Tu se veramente hai deciso di amare il prossimo comincia ad aver cura di te Cerca di mangiare bene e prepararti la tavola anche se devi mangiare un panino Perché mangiare bene è saper vivere e questo non significa abbuffarsi o compensarsi Altrimenti nelle relazioni ti abbuffi di conoscenze e non ami nessuno Non farti prendere dall’ansia perché controlli e hai paura che la neve si scioglie in tasca In questo modo non ami il fratello che ti sta difronte ami solo il tempo che passa La tua curiosità è come quella di una bertuccia e vuoi entrare nella vita del fratello Ricordati che questo non è amare Tu invece allenati a non curiosare quello che dicono gli altri sul tuo conto Perché rimani schiacciato e hai paura di te stesso piuttosto diffida di te Affidati al Signore e nelle relazioni cerca di imparare dalla ricchezza del fratello Amare se stessi è arte e bellezza Amare il fratello è gioia e armonia Di piuttosto che non sai amare che mettere i manifesti sulla tua capacità di amare

Sal 130

Signore, non si esalta il mio cuore né i miei occhi guardano in alto; non vado cercando cose grandi né meraviglie più alte di me. Sal 130 Questo è un salmo contro l’ansia È un canto che smorza desideri velleitari E progetti di edifici che vanno dal decimo piano in su E che tali edifici non hanno fondamenta Anima abbandonati tra le Sue braccia Come un bambino che non può fare altro Perché è piccolo e dipendente Anima mia è vero lasciare le redini in mano al Tuo Creatore Ti è difficile e pesante ma nella fiducia Tu ricevi la certezza che Lui è fedele a te Più di quanto tu pensi di essergli fedele È nell’atteggiamento del bambino la saggezza e la speranza Affinchè l’attesa diventi colma di preghiera Quella attesa che sa ascoltare E il suo orecchio è cosi sensibile da udire i passi dell’Amato Quando Lui busserà alla tua porta ti troverà pronta Perché l’invito si è compiuto e parteciperai alle nozze del gran Re