Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Mt 11,28-30
Non lasciarti cadere le braccia
Non cedere allo sconforto
È vero il caldo ti mozza le gambe e la volontà
Il lavoro non è più un diritto ma un mezzo per tiranneggiarti
Il ricatto è diventato lo sport degli italiani
Ti trovi in un mulinello e vieni risucchiato
Ti senti oppresso e stanco
Ti sembra di essere sempre al traguardo
Mi viene da dirti figlio non abbassare la testa come un rassegnato
Non farti salire la rabbia che poi ti strozza alla gola
Fermati siediti va da Lui
Lo trovi ad aspettarti
È il Dio dalle braccia aperte che ti accoglie
Non fa le moine per fare il simpatico
Ma ti stringe a se perché aspetta solo te
Non ha in mano la tua fedina penale
O la medaglia per fregiarti al merito
Aspetta solo te e nella tua stanchezza che lo ritrovi
C’è un salmo che recita così:
Porta gli agnelli sul petto e conduce pian piano le pecore madri
Quando sei debole o fragile come lo può essere un agnello
Ti porta sul suo petto
Quando sei gravido di preoccupazione e vuoi segnare il passo
Ti conduce
Oggi fatti trovare per riposarti