….e ai ciechi la vista; Lc 4,16-30
Imboccarlo era un appuntamento fisso
Apriva la bocca
Quando il cucchiaio gli arrivava alle labbra
L’ultimo giorno pensavo alle difficoltà del primo
Come si fa a dare da mangiare a un cieco a letto ?
I primi giorni dovevo dosare la quantità di cibo
E aspettare quando il mio amico finiva di deglutire
Era da un po’ di giorni che eravamo sincronici
E dopo mangiato una carezza e un saluto
L’ultimo giorno il saluto come al solito
Forse ha sentito la mia mano sul suo petto
Forse ha visto il mio sguardo
So solo che la mia mano era tra le sue mani
E dagli occhi chiusi una piccola lacrima
Mi aveva salutato cosi il mio amico
Quella lacrima era grazie
E scendeva dalla parte esterna dell’occhio
Era il mio amico cieco che mi vedeva
Certo che l’amore fa miracoli
Sa comunicare qualcosa
che i sensi non comprendono
Quando i sensi non sono in sintonia con l’amore
Allora le opere diventano altari idolatrici
E il proprio ego si allarga come una voragine
E in quella voragine c’è solo un miscuglio di tutto
Lui non c’è
Noi vogliamo costringere Dio a fare opere
L’opera che non ha euguali
è la sua incarnazione e la sua resurrezione
Questa Verità porta in se l’amore