«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Lc 12,1-7
Signore ti riconosco mio Re
Quello che mi fa dipendente da Te è l’amore che mi dai
Sei in me più di quello che io possa pensare
Però in quanto a fedeltà a Te sono un traditore
Basta un niente che mi porta lontano da Te e di questo ne sento il peso
Da quando mi hai fatto la grazia di conoscere di esserti figlio
Il peccato commesso è stato il motivo di esercitare la figliolanza
Sono sempre corso da Te e in Te mi sento completo
Dal peccato di ipocrisia mi hai sempre tenuto lontano
E questo mi ha dato una libertà di manifestarmi nella mia fragilità
Ho sempre coltivato in me la bellezza di essere cattolico
Non ho mai fatto niente di segreto come se appartenessi a una setta
Ne ho mai ascoltato oppure ho fatto pettegolezzi nei lunghi corridoi romani
Non ho mai bisbigliato all’orecchio di qualcuno
Quando qualcuno mi da qualcosa di buono a parte lo divido sempre con tutti
Non perché sono generoso è solo perché tu mi hai insegnato a darmi senza misura
Lo faccio perché sono bravo ? No
L’unica paura che ho è finire nella geenna lontano da Te
Se oggi che non ti vedo faccio esperienza della tua paternità
Perché alla fine della vita mi devo privare di stare nella tua paternità?
Il mio è un calcolo di figlio