Artesacra

Gv 21,15-19

…Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gv 21,15-19 Pascere vuol dire custodire avere cura Abbi cura del fratello che sei chiamato ad amare Abbi cura del marito e della moglie che hai scelto Abbi cura dei figli che ti ho donato Abbi cura di te stesso perché sei chiamato a seguirmi Quando il Signore chiama non ti chiede mai di chiuderti nel tuo privato È dell’amore andare oltre È dell’amore non stancarsi mai Quando sei stressato è perché devi scegliere tra l’amore vero e quello falso La stanchezza arriva quando la paura non ti fa vedere l’amore E tu ti chiudi sperando di essere coperto dal buio Tu puoi anche fermarti fa parte del tuo essere libero Ma sappi che la sosta e il silenzio è per stare con Lui Tu invece vuoi evadere andare lontano Perché ponendo fiducia in qualche idolo la tua vita cambia L’inganno nell’amore è sempre dietro l’angolo È confuso con il piacere e il piacere si sa ti fa perdere le coordinate Il Risorto chiede di essere amato e di amare L’amore è un lavoro serio che solo gli artisti della vita sanno fare Se il Signore ti ha chiesto di uscire fuori di te sa che puoi farlo

Gv 17,20-26

E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Gv 17,20-26 Ogni uomo è rivestito della gloria di Dio È come dire che ogni uomo ha il suo peso È nel rispetto di questo stato c’è l’unità La concorrenza come la competizione Non danno il vero volto di Dio nel mondo Oggi la gloria la si prende dalle cose Fino a inginocchiarsi davanti ad un cane Togli Dio e l’uomo adora il cane (il Santo curato d’Ars) Se noi sapessimo cosa vuole dire veramente vivere nell’unità Avremmo sulla terra l’immagine speculare del cielo Regnerebbe sulla terra la Trinità Se nella chiesa ci si amasse veramente e sinceramente Se nella famiglia si guarderebbe al bene di tutti Se nella società fosse bandito il bene egoico Allora la vita che dura in eterno sarebbe reltà

At 20,28-38

……….. ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!”». At 20,28-38 Signore questa beatitudine chi la può mai capire? Noi oggi nel dare vogliamo alimentare il nostro ego Noi oggi nel dare abbiamo la sindrome messianica Noi oggi nel dare ci aspettiamo un tornaconto Noi oggi il dare ci serve per dare un’immagine brava di noi Noi diamo solo dopo che abbiamo ricevuto Le nostre relazioni debbono chiudersi con un tornaconto uguale a zero Eppure Gesù ha detto che sei beato nel dare So che la vita cambia quando non ti aspetti nulla Diventa saporita quando dai senza ricevere Poi quando ti espropri da te stesso con un atto libero e per dono di Dio Entri in una sorta di pace che nessuno può toglierti È importante che la relazione con l’Onnipotente resti salda Possono toglierti anche l’ultima ricchezza che hai che è la dignità Ti puoi trovare nella solitudine perché chi era preposto a difenderti si è dato E tu hai continuato a lottare ad amare a perdonare e dare senza fermarti mai Proprio in quella lotta nasce la beatitudine Ti senti fortunato (beato) perché il Suo aiuto e amore sono stati visibili Chiedi perdono a Lui se hai giudicato chi ti doveva difendere Chiedi perdono per i tuoi peccati e hai la grazie di piangere per essi È così sei catapultato in una dimensione Dove l’amore e il dono diventano il pane quotidiano Quando sperimenti questa beatitudine del dare La tua vita cambia perché dentro di te Dio ti fa il dono della vita eterna La vita eterna non è il paradiso È questa vita bella del dono che da origine nel qui ed ora e da continuità nell’eternità Beati coloro che danno tutto poichè seminano nella loro vita terrena quella eterna

Santa Spirito

Padre onnipotente e misericordioso,fa’ che lo Spirito Santovenga ad abitare in noi e ci trasformi in tempio della sua gloria. Tu puoi tutto Spirito Santo perché onnipotente Tu vieni ad abitare in noi come ospite dolce La nostra superficialità e l’egocentrismo non permette all’anima di espandersi La nostra carne fragile ha sempre la meglio La nostra mente condizionante e lamentosa vuole correre e fermarsi Non sappiamo quello che vogliamo o fare Tu Spirito di Dio facci vedere i cartelli che indicano la Tua volontà Tu Santo Spirito non permetttere di disperderci in tante cose Tu bussa con insistenza al nostro cuore affichè possiamo aprirti Spazza via il Male che è in noi ed è entrato per nostra distrazione Facci rimanere saldi e centrati su quello che il Padre vuole oggi da noi Fa che tutto sia per la Sua gloria già Lui ci ama Fa che noi possiamo amarlo non per le cose che diamo Ma per l’amore che mettiamo in tutte le ralazioni È veramente brutto anteporre le proprie esigenze nella relazione E non pensare prima a Te Santo Spirito e ai fratelli

Gv 16,29-33

Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!». Gv 16,29-33 Le tribolazioni arrivano come grandine da tutte le parti Come la grandine ferisce le piante fino a farle morire Così le tribolazioni ci minano nelle profondità Gesù ci da la Sua pace è nella pace il vedere con lucidità Dice la Scrittura “ se contro di me si accampa un esercito io resto saldo, perché Dio è con me “ Il Cornuto nelle tribolazioni ci agita come rami al vento In Cristo noi siamo saldi nessun capello cadrà Gesù ci chiede di avere coraggio e fede È vero vedere come vanno le cose sembra che tutto va rotoli È vero che non si parla più di Cristo come persona Ma si fanno trattative su valori cristiani e non cristiani Fino a disorientarci perché dai valori nascono dogmatismi religiosi Da Cristo e solo da Lui nasce la liberzione dell’uomo Noi abbiamo creduto e conosciuto il Cristo Perché nel Suo nome abbiamo mangiato il suo Corpo e buvuto il suo Sangue Non ci sono valori che tengono o proposte insipide È il Cristo che ha vinto il mondo è in questa fede il nostro coraggio Dice Paolo “Non conosco altri se non Cristo e questi Crocifisso” È questa una proposta salda d’amore non contrattabile

Gv 16,20-23

“… La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla». Gv 16,20-23 Ci sarà un giorno che le domande non ci saranno E i dubbi non danzeranno più nelle nostre menti Ora si tratta di andare e gettare il seme Chi sa se quel seme crescerà e germoglierà? Nella tua trepidazione e attesa c’è la fiducia Si! Sei fiducioso che ciò che hai fatto è la Sua volontà Il desiderio di fare la Sua volontà viene represso dal pensiero Quel pensiero di sfiducia che nelle pieghe della memoria Rende il desiderio nullo Vuoi fare la Sua volontà e i tuoi abbiettivi non coincidono con i Suoi Il senso di frustrazione ti invade nell’intimo e annienta ogni cosa Quando stai davanti a Lui a dichiarargli il tuo amore fedele Tutta la coorte dei pensieri pongono condizioni alla Sua volontà Tutto viene abortito e ti senti orfano perché sei smarrito Pensa la vita che è in te comincia a germogliare Hai perso tutto hai guadagnato il Suo amore gratuito

At 1,15-17.20-26

e: ”il suo incarico lo prenda un altro”. At 1,15-17.20-26 Ognuno di noi è una ricchezza nell’oceano dell’umanità Non impoveriamo il nostro cuore rendendolo sterile I semi gettati sul terreno del nostro cuore copriamoli E custodendoli permettiamo ai doni di marcire È il marcire che porta la fertilità Mentre il rapimento porta alla sterilità Un cuore dove non germoglia niente vuol dire che è sterile Il Male ha beccato il seme e l’ha portato via Giuda si è fatto portare via il dono e ha perso la speranza ”La sua dimora diventi deserta,e nessuno vi abiti” Fa in modo che la tua dimora non diventi deserta Da al Signore le chiavi della tua casa E quando Lui ti visita fa in modo che possa stare Insieme a Lui si fruttifica portare frutto È la tua missione Non perdere tempo a pensare a come sarà il frutto Buttati nell’oceano del Suo amore con generosità Poi a tempo opportuno porterai i frutti Se i frutti non sono di prima scelta lascia stare L’importante è donare con gioia questa è la missione Il ritorno sarà il Suo amore per te e lo sentirai Allora la tua dimora sarà feconda Perché Dio ti ha visitato con il Suo Amore

At 17,15.22-18,1

Passando infatti e osservando i vostri monumenti sacri, ho trovato anche un altare con l’iscrizione: “A un Dio ignoto”. At 17,15.22-18,1 C’è un bello che è difficile da definire C’è un buono che non ha paragoni Ci sei Tu mio Dio Tu mi aspetti e non ti stanchi È nel sempre che ti trovo È la fragilità di cui sono vestito Non permette ai miei occhi di vedere Il cuore ha sete e la gola arde È nel grido della notte buia e vuota La Tua luce rischiara la mia tenebra Tu non sei ignoto Sei Padre rivelato Ho visto la Tua mano tesa a tenere la terra Si trova stamani tra la luna che muore E il sole che sorge Perché gli uomini non guardano più il cielo? Hanno paura di contemplare la Tua gloria Meglio rimanere piccoli piccoli nell’ignoranza Che essere rapiti dalla Tua immensità

At 16,22-34

Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio. At 16,22-34 Mi fa pensare la storia di quest’uomo che lavora nelle carceri Un terremoto nella sua vita un tentato suicido fallito perché è intervenuto Dio Pulire le piaghe dei carcerati a lui affidati farsi battezzare da loro accoglierli e gioire Tutto è successo in una notte La notte porta consiglio ti fa vedere le cose da un’angolazione diversa Ieri andando in montagna mi sono arrivate una serie di telefonate E mentre salivo gli chiedevo di volere stare solo con Lui E quel tempo lo desideravo era nostro Le telefonate si sono fermate e salendo pregavo in silenzio Sono arrivato ad una grotta ampia mi sono seduto C’erano panche e ho continuato a pregare Le pareti erano nere per il fumo un immagine di S. Michele Il vento il silenzio il canto degli uccelli Tutto era al suo posto mi sono perso in quell’armonia Il nero di quelle pareti affumicate mi davano l’idea dei fumi del mondo Mi è venuta una tristezza Ho pensato a come noi ci facciamo male e roviniamo anche le cose belle Basta fare il nostro per amore e solo per amore per vivere nella gioia Basta fermarsi anche nel nostro buio senza agitarci E li Lui ti visita nella tua prigionia lascia perdere i tuoi pensieri o le tue ferite Certo devi avere rispetto per tue sofferenze ma quel dolore portalo senza agitazione

Gv 15,9-17

Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Gv 15,9-17 Gesù ti chiama amico e ti ha scelto Anche a Giuda nel silenzio dell’orto degli ulivi lo chiama amico Crede ancora che Giuda possa tornare indietro Se meditiamo sull’unità di misura dell’amicizia che è: L’Amore totale e senza riserve E conoscenza profonda intima Dobbiamo comprendere che siamo chiamati a certe altezza nell’amicizia con Lui Possiamo fare anche canti adolescianziali e proporre ad altri di avere un amico che li ama Tutto ciò non risponde alla profondità di questo Amore Dio vuole passare da una preghiera sbiascicata con stanchezza che tu reciti A un rapporto intimo che si svolge nel silenzio della notte e sussurrato all’orecchio Non so che cosa procura a te questo pensiero amico mio Fatto sta che quando ti ha scelto Suo amico tu entri a far parte di quell’amicizia senza tempo Ogni momento nel fermarti Lo trovi ad aspettarti Vuole stare proprio con te e vuole avere una relazione con te Noi come pecore senza pastore erriamo in cerca di un affetto E Lui sta lì ad aspettare la nostra presenza che sempre latitante cerca altro Esci da te stesso e poni ascolti a questo Amico Già sento la tua espressione superficiale “non ho tempo ho tante cose da fare” Stai scappando dall’intimità affettiva di tua moglie tuo marito tuo figlio tua figlia e altri Come puoi perdere tempo ad ascoltare un Dio amico che ti parla? È un rebus o superficialità? Siediti… e ascolta…