Artesacra

Riflessioni

Gv 16,29-33

Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!». Gv 16,29-33 Le tribolazioni arrivano come grandine da tutte le parti Come la grandine ferisce le piante fino a farle morire Così le tribolazioni ci minano nelle profondità Gesù ci da la Sua pace è nella pace il vedere con lucidità Dice la Scrittura “ se contro di me si accampa un esercito io resto saldo, perché Dio è con me “ Il Cornuto nelle tribolazioni ci agita come rami al vento In Cristo noi siamo saldi nessun capello cadrà Gesù ci chiede di avere coraggio e fede È vero vedere come vanno le cose sembra che tutto va rotoli È vero che non si parla più di Cristo come persona Ma si fanno trattative su valori cristiani e non cristiani Fino a disorientarci perché dai valori nascono dogmatismi religiosi Da Cristo e solo da Lui nasce la liberzione dell’uomo Noi abbiamo creduto e conosciuto il Cristo Perché nel Suo nome abbiamo mangiato il suo Corpo e buvuto il suo Sangue Non ci sono valori che tengono o proposte insipide È il Cristo che ha vinto il mondo è in questa fede il nostro coraggio Dice Paolo “Non conosco altri se non Cristo e questi Crocifisso” È questa una proposta salda d’amore non contrattabile

Gv 16,20-23

“… La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla». Gv 16,20-23 Ci sarà un giorno che le domande non ci saranno E i dubbi non danzeranno più nelle nostre menti Ora si tratta di andare e gettare il seme Chi sa se quel seme crescerà e germoglierà? Nella tua trepidazione e attesa c’è la fiducia Si! Sei fiducioso che ciò che hai fatto è la Sua volontà Il desiderio di fare la Sua volontà viene represso dal pensiero Quel pensiero di sfiducia che nelle pieghe della memoria Rende il desiderio nullo Vuoi fare la Sua volontà e i tuoi abbiettivi non coincidono con i Suoi Il senso di frustrazione ti invade nell’intimo e annienta ogni cosa Quando stai davanti a Lui a dichiarargli il tuo amore fedele Tutta la coorte dei pensieri pongono condizioni alla Sua volontà Tutto viene abortito e ti senti orfano perché sei smarrito Pensa la vita che è in te comincia a germogliare Hai perso tutto hai guadagnato il Suo amore gratuito

At 1,15-17.20-26

e: ”il suo incarico lo prenda un altro”. At 1,15-17.20-26 Ognuno di noi è una ricchezza nell’oceano dell’umanità Non impoveriamo il nostro cuore rendendolo sterile I semi gettati sul terreno del nostro cuore copriamoli E custodendoli permettiamo ai doni di marcire È il marcire che porta la fertilità Mentre il rapimento porta alla sterilità Un cuore dove non germoglia niente vuol dire che è sterile Il Male ha beccato il seme e l’ha portato via Giuda si è fatto portare via il dono e ha perso la speranza ”La sua dimora diventi deserta,e nessuno vi abiti” Fa in modo che la tua dimora non diventi deserta Da al Signore le chiavi della tua casa E quando Lui ti visita fa in modo che possa stare Insieme a Lui si fruttifica portare frutto È la tua missione Non perdere tempo a pensare a come sarà il frutto Buttati nell’oceano del Suo amore con generosità Poi a tempo opportuno porterai i frutti Se i frutti non sono di prima scelta lascia stare L’importante è donare con gioia questa è la missione Il ritorno sarà il Suo amore per te e lo sentirai Allora la tua dimora sarà feconda Perché Dio ti ha visitato con il Suo Amore

At 17,15.22-18,1

Passando infatti e osservando i vostri monumenti sacri, ho trovato anche un altare con l’iscrizione: “A un Dio ignoto”. At 17,15.22-18,1 C’è un bello che è difficile da definire C’è un buono che non ha paragoni Ci sei Tu mio Dio Tu mi aspetti e non ti stanchi È nel sempre che ti trovo È la fragilità di cui sono vestito Non permette ai miei occhi di vedere Il cuore ha sete e la gola arde È nel grido della notte buia e vuota La Tua luce rischiara la mia tenebra Tu non sei ignoto Sei Padre rivelato Ho visto la Tua mano tesa a tenere la terra Si trova stamani tra la luna che muore E il sole che sorge Perché gli uomini non guardano più il cielo? Hanno paura di contemplare la Tua gloria Meglio rimanere piccoli piccoli nell’ignoranza Che essere rapiti dalla Tua immensità

At 16,22-34

Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio. At 16,22-34 Mi fa pensare la storia di quest’uomo che lavora nelle carceri Un terremoto nella sua vita un tentato suicido fallito perché è intervenuto Dio Pulire le piaghe dei carcerati a lui affidati farsi battezzare da loro accoglierli e gioire Tutto è successo in una notte La notte porta consiglio ti fa vedere le cose da un’angolazione diversa Ieri andando in montagna mi sono arrivate una serie di telefonate E mentre salivo gli chiedevo di volere stare solo con Lui E quel tempo lo desideravo era nostro Le telefonate si sono fermate e salendo pregavo in silenzio Sono arrivato ad una grotta ampia mi sono seduto C’erano panche e ho continuato a pregare Le pareti erano nere per il fumo un immagine di S. Michele Il vento il silenzio il canto degli uccelli Tutto era al suo posto mi sono perso in quell’armonia Il nero di quelle pareti affumicate mi davano l’idea dei fumi del mondo Mi è venuta una tristezza Ho pensato a come noi ci facciamo male e roviniamo anche le cose belle Basta fare il nostro per amore e solo per amore per vivere nella gioia Basta fermarsi anche nel nostro buio senza agitarci E li Lui ti visita nella tua prigionia lascia perdere i tuoi pensieri o le tue ferite Certo devi avere rispetto per tue sofferenze ma quel dolore portalo senza agitazione

Gv 15,9-17

Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Gv 15,9-17 Gesù ti chiama amico e ti ha scelto Anche a Giuda nel silenzio dell’orto degli ulivi lo chiama amico Crede ancora che Giuda possa tornare indietro Se meditiamo sull’unità di misura dell’amicizia che è: L’Amore totale e senza riserve E conoscenza profonda intima Dobbiamo comprendere che siamo chiamati a certe altezza nell’amicizia con Lui Possiamo fare anche canti adolescianziali e proporre ad altri di avere un amico che li ama Tutto ciò non risponde alla profondità di questo Amore Dio vuole passare da una preghiera sbiascicata con stanchezza che tu reciti A un rapporto intimo che si svolge nel silenzio della notte e sussurrato all’orecchio Non so che cosa procura a te questo pensiero amico mio Fatto sta che quando ti ha scelto Suo amico tu entri a far parte di quell’amicizia senza tempo Ogni momento nel fermarti Lo trovi ad aspettarti Vuole stare proprio con te e vuole avere una relazione con te Noi come pecore senza pastore erriamo in cerca di un affetto E Lui sta lì ad aspettare la nostra presenza che sempre latitante cerca altro Esci da te stesso e poni ascolti a questo Amico Già sento la tua espressione superficiale “non ho tempo ho tante cose da fare” Stai scappando dall’intimità affettiva di tua moglie tuo marito tuo figlio tua figlia e altri Come puoi perdere tempo ad ascoltare un Dio amico che ti parla? È un rebus o superficialità? Siediti… e ascolta…

At 15,22-31

È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di … At 15,22-31 Basta solo questa espressione per dire quanta distanza c’è tra me e questi uomini Mi alzo e già penso a quello che devo fare e non chiedo “Signore cosa vuoi che faccia?” Devo affrontare la giornata e comincio a incasellare le ore in cui entro nella ruota del criceto Ora sono stanco ho dato… una pausa passata nella lamentazio continua Ho poco tempo prendo mio figlio per mano e lo trascino a casa mentre il cane lo porto a fare cacca e aspetto Chiediti solo se questa è una vita secondo lo Spirito: È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di … rileggila non una ma mille volte “È parso bene”questi uomini stanno affrontando le prime problematiche e non si scoraggiano Interpellano lo Spirito Santo si fermano a pregare e sapere ciò che Dio vuole Infatti è parso bene allo Spirito Santo e a noi…hanno ascoltato lo Spirito Santo e loro hanno avuto fede Io invece spesso dico è parso bene a me e poi eventualmente allo Spirito Santo Sul mio progetto di vita devo mettere sempre la mia firma forse è bene che cominci farla mettere allo Spirito santo Santo Spirito illuminami affichè trionfi la Tua gloria specialmente nelle piccole cose È nelle piccole cose che si vede la fedeltà nel farsi da parte per darti gloria In questo modo quando dovrò affrontare le grandi cose mi riesce più naturale ascoltarTI

Gv 15,1-8

Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli Gv 15,1-8 Portare frutto vuol dire restare intimamente uniti alla linfa Ora se la linfa è lo Spirito di Dio vuol dire avere a che fare con il Signore Da soli non riusciamo a fare se non danni, perché senza di Lui siamo sterili Tante volte vedo cristiani che dicono: “devi sapere mi sono fatto da solo” Li guardo con tenerezza e compassione perché non si sono accorti che sono stati portati in braccio dal Signore Li vedo arrabbiati e circondati da parassiti e sono sterili nelle relazioni Non sempre ciò che si vede è un frutto che viene dal Santo Spirito Infatti la pace la gioia la benevolenza il dominio di se ne godi la presenza ma non la visibilità. È il sapore che non vedi ma gusti e questo da risalto al frutto Oggi questa società è sciapa perché i cristiani sono di nome e non di fatto Si è consacrati per ruolo e non perché si fa una vita intima con Dio Quando tutto si gioca sull’apparenza si fanno solo foglie Nel mio pellegrinare a piedi ho sempre benedetto lle piante ai margini dei sentieri Era dicembre subito dopo natale mi trovavo a Poggio Bustone ero diretto ad Assisi Avevo voglia di dolce e ho trovato un albero di Kakì dolcissimi Quella pianta aveva portato frutti che servivano ai viandanti Quanti compagni di viaggio incontri oggi e a quanti puoi dare il frutto Il frutto che nasce dalla tua vita radicata in Cristo e non è poco

Gv 14,27-31

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Gv 14,27-31 Lasciarci dal male Fa che la Tua pace ci invade So che non mi appartiene e la vivo come se fosse mia Il Tuo lasciare la pace è lasciare Te in me Tu Dio ti abbandoni in questo moscerino fragile È il Tuo paradosso che stravolge il pensiero E mi pone in un atteggiamento distaccato dalle cose È come vedere il mondo con la lucidità dello Spirito Questo Tuo lascito non pone il ritorno a Te della pace Perché oltre a lasciarmela me la doni nella gratuità Questa Tua fiducia mi confonde mi dai del Tuo Non fare implodere dentro di me la Tua pace È troppo grande il dono per tenermelo nascosto Fammi strumento di questa Tua pace Fa si che queste Tue mani si poggino sul cuore per farlo placare Fa si che le semplici parole entrino dritte e trasformano Fa si che uno sguardo sorridente porti luce nelle azioni Pianta nei cuori dell’umanità specialmente quella ferita i semi di pace Il mondo non sa dare la pace perché non ti vuole conoscere Nella sua insulsagine il mondo decide sempre di non avere a che fare con l’Amore Per questo motivo non può dare la pace ma compromessi di pace Questi saltano appene le regole vendono trasgredte E si assiste all’agitazione dei buffoni di corte

Gv 14,21.26

Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui….. Gv 14,21.26 Lui continua a bussare alla porta del tuo cuore e ti chiede un posto Vuole stare con te vuole dimorare in te vuole fare casa con te Pone una condizione è quella di essere amato e amare Solo quando si condivide si ama è dell’amore la presenza Chi ama è presente e richiede la presenza Noi distrattamente parliamo con Lui e se parliamo diciamo cose noiose e scontate Abbiamo più il desiderio di affrancarci che quello di perderci Abbiamo più il desiderio di marcare la nostra presenza con richieste Che metterci in silenzio e ascoltare ciò che scaturisce da questa presenza La Trinità prende dimora presso di noi Non vuole invadere vuole essere accolta Ma tu quale dimora hai preparato per Lui oggi? Ti chiedo solo un po’ di umiltà e un po’ di distacco dalle cose Non condire la relazione con Lui con le tue misere ansie Apri tutte le porte del tuo cuore e fallo entrare nella stanza più interna È proprio in quella stanza che l’anima si ferma e contempla È in quella stanza l’anima trova la sua pace e sta È la stanza sponsale dove il Tu è Dio Se veramente hai amato certe vertigini le capisci Pensa oggi è Dio che vuole stare e prendere dimora per vivere con Te