Io li traevo con legami di bontà,
con vincoli d’amore,
ero per loro
come chi solleva un bimbo alla sua guancia,
mi chinavo su di lui
per dargli da mangiare. Os 11,1.3-4.8c-9
Nonostante la mia infedeltà Tu continui a essere fedele al Tuo amore per me
La Tua tenerezza mi spiazza e mi raccoglie e mi pone davanti a Te
Come chi non ha niente da pretendere e niente da dare
È proprio questa impotenza che mi fa osare e credere
Io so che proprio allora vengo accarezzato dal Tuo volto
Tu non nascondi mai il Tuo volto i miei occhi vogliono vederlo
La mia anima vede e si bea alle carezze delle Tue guance
Ricordo gli anni lontani quando tutte le mattine prima di andare all’università
Ti facevi mangiare da me miserabile uomo e proprio mangiandoti sei entrato in me
Ripenso ai ritardi con i colleghi perché passavo prima da Te
Eri per me come l’aria e non potevo farne a meno
Per i colleghi ero un malato cronico perché avevo bisogno di Te
Sempre di più il tuo darti a me mi rendeva dipendente da Te
Pieno di gratitudine anche oggi continuo a renderti grazie
Se nella tua vita sei stato amato i giorni di quei tempi restano nell’eternità
È sempre così l’amore non passa si dona facendosi mangiare
Mangia il pane degli angeli è il pane di Dio
Chi ha l’ardire di dire di esserene degno?
Chi dice menzogne pensa di esserlo
chi conosce la propria povertà sa di esserne bisognoso di questo cibo