E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». Mc 10,46-52
È vero Signore che mi hai salvato
E ho una gratitudine immensa
Ogni istante devo gridare per la mia cecità
Quando sei con me io vedo
La mia superbia mi allontana da te
E ritorno ad essere cieco
In me la Tua fiducia è compagna
Ma gli occhi distratti e rapaci vogliono possedere
Allora il lume mi sembra che si spenga
E rantolo nel buio e grido misericordia
È la tua misericordia a non spegnere la fiamma
Che tremolante e insicura aspetta l’olio del tuo amore
Riprendo a vedere, sicuro di me vado
Una scianghetta e mi trovo a terra di nuovo
Anche ora pensavo di vedere…. e invece!
Erano gli occhi troppo in alto
Che non mi facevano poggiare a terra i piedi
Pensavo di essere separato dal mondo
E il mondo con un tocco mi ha avvertito della sua presenza
Tutto questo sembra un gioco
Fammi vedere sempre specialmente nelle tenebre
Quando lo smarrimento è tale da non sperare
E la paura è paralizzante da impedirmi di amare
Allora nella mia cecità ho solo una preghiera
“ Ho fiducia in te e credo nella tua bontà”